83. Dicembre 2023

22. Dicembre 2023 IN HOC SIGNO 0

Cari amici,

con questo numero di IN HOC SIGNO vi proponiamo una sintesi della prima parte dell’incontro con il Reggente Nazionale Vicario di Alleanza Cattolica, il magistrato napoletano dr. Domenico Airoma, sul tema «Una società sempre meno libera tra Stato e sovra-Stato europeo», tenuto nella sede di Alleanza Cattolica in Ferrara sabato 6 maggio 2023.


Il video dell’intero pomeriggio è visibile sul nostro canale YouTube all’indirizzo https://youtu.be/FSiOlLTNCaI?si=wF9LolPBssZd8W8l

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«Una società sempre meno libera tra Stato e sovra-Stato» – prima parte

Ferrara, 6 maggio 2023

L’incontro è iniziato con la presentazione del prof. Leonardo Gallotta, che ha accolto il magistrato napoletano dr. Domenico Airoma, Reggente Nazionale Vicario di Alleanza Cattolica, per la prima volta nella nostra sede ferrarese e reduce dall’importante intervento a conclusione del convegno tenuto a Roma nella prestigiosa sede della biblioteca del Senato sul tema del conservatorismo aperto dal senatore Marcello Pera.

Il prof. Gallotta ha ricordato il libro di recente pubblicazione «La parabola dello Stato moderno» scritto da un altro aderente ad Alleanza Cattolica, il dr. Francesco Pappalardo, Direttore della Biblioteca del Senato, che nel convegno romano ha moderato la tavola rotonda.
L’ing. Lucia Martinucci ha assunto poi il compito di porre alcune domande al nostro ospite. La prima prende le mosse dalla frase del fondatore di Alleanza Cattolica Giovanni Cantoni «chi sbaglia storia sbaglia politica» e da quella di Ernst Bloch secondo cui «la peggiore utopia è una cattiva descrizione del presente» e può essere così sintetizzata:
In questo ambito di percezione di una diminuzione delle libertà, di uno Stato invasivo e di un sovra-Stato ancora più invasivo, da dove bisogna partire per comprendere il presente? Che percorso possiamo fare per capire il nostro oggi?

Ringraziando innanzitutto dell’invito, poiché in una sede di Alleanza Cattolica si sente sempre “a casa”, il dr. Airoma per rispondere vuole innanzitutto trasmettere l’esigenza di tenere ben presente la realtà dei fatti. Fra tante lezioni che ci ha trasmesso Giovanni Cantoni c’è anche il rispetto per i fatti e l’attenzione alla realtà delle cose: non con l’atteggiamento di chi è schiavo del fatto, ma di chi sa che bisogna partire dal fatto perché la sua descrizione compiuta è condizione per esprimere un giudizio il meno possibile errato. 

È il caso del libro dell’amico Francesco Pappalardo, che con grande profondità descrive il percorso dello Stato moderno e della sua parabola che ha visto un culmine e poi una discesa. Prima della sua nascita, nel Medioevo, c’era un governo, che è altra cosa rispetto allo Stato nato successivamente; è infatti un governo quello che è indispensabile per amministrare la cosa pubblica in vista del bene comune. Lo Stato moderno invece si pone in un’altra prospettiva: quella di distribuire i diritti, anziché riconoscerli. Prospettiva che si realizza compiutamente negli stati totalitari del secolo scorso in cui tutti i poteri sono concentrati: potere esecutivo, legislativo e giudiziario, mentre la società è in una condizione di sudditanza.

Oggi che fine ha fatto lo Stato? Che cosa è rimasto delle sue funzioni nella fase attuale della globalizzazione? Molti dei suoi poteri sono fuoriusciti da esso e sono stati assunti altrove. Dove?

Soltanto alcuni esempi:

– Il potere legislativo: ora è in massima parte appannaggio dell’Unione Europea, e il Parlamento è quasi soltanto un organo di ratifica di norme decise fuori da esso.

– Il potere di battere moneta: oggi lo Stato italiano non batte moneta, ma la compra dalla Banca Centrale Europea.

– Il potere di difendere i confini e regolare i flussi migratori: tutte azioni e decisioni che in Europa uno Stato sovrano non può oggi assumere autonomamente.

La fuoriuscita — come dentifricio dal tubetto — di questi poteri non ci permette più di parlare di Stato come ne parlavamo fino a qualche tempo fa, ed è quindi con più attenzione che possiamo prendercela con i nostri parlamentari visto che anch’essi hanno possibilità decisionali decisamente ridotte.

Ecco dunque che ci troviamo nella fase discendente della “parabola dello Stato moderno”. In questa ottica dobbiamo cercare di capire in prospettiva futura come si concluderà questo percorso e come i poteri dello Stato — ormai per tanti aspetti già oggi sostituito dal sovra-Stato costituito dall’Unione Europea ma non solo — saranno gestiti da questi altri organismi.