LE RELIGIONI OGGI IN EUROPA

 

Alcune FRA LE MOLTE questioni:

 

(1) Il quadro di fondo: lo stato della religione in Europa all’inizio del Terzo Millennio.

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(2) Il problema delle origini culturali e religiose dell’Europa.

(3) Nuove frontiere: l’Europa e il mondo islamico.

 

 

 

 

 

(1) Lo stato della religione in europa all’inizio del Terzo Millennio

 

Confronto tra la pratica religiosa

e la religiosità soggettiva IN EUROPA

(in percentuale)

 

Fonte:

World Values Survey (Inchiesta Mondiale sui Valori),

1990-1991

 

Paesi più "secolarizzati" (quanto alla pratica):

Paese

Praticano ogni

settimana

Pregano, almeno

occasionalmente

Si dichiarano atei

Si dichiarano

religiosi

Islanda

2

82

2

74

Danimarca

3

49

4

68

Finlandia

4

(dato mancante)

3

55

Norvegia

5*

60

3

45

Svezia

6*

51

7

29

Francia

10

54

11

48

Gran Bretagna

14

66

4

55

Germania (Ovest)

14

78

2

54

*Dati del 1981

Paesi meno "secolarizzati" (quanto alla pratica):

Paese

Praticano ogni

settimana

Pregano, almeno

occasionalmente

Si dichiarano atei

Si dichiarano

religiosi

Svizzera

24

(dato mancante)

4

68

Belgio

27

64

7

62

Spagna

29

76

4

63

Italia

38

83

3

81

Irlanda

81

95

1

72

 

Þ Stati Uniti (confronto):

Þ Vi sono fedeli di religioni cui non si applica un obbligo di frequenza religiosa settimanale (per esempio, i cristiani ortodossi) o che possono avere difficoltà a ricondurre le loro pratiche al concetto di "frequenza religiosa".

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Þ Uno "zoom" sull’Italia (caso significativo nel contesto europeo)

 

 

Fonte:

Indagine Europea sui Valori (EVS), 1999

 

 

CREDENZA:

Si dichiarano credenti

Þ

88%

 

Atei

Þ

6%

Agnostici

Þ

5%

 

PRATICA:

Persone religiose praticanti (cattoliche e non)

Þ

40%

 

 

 

Confronto con precedenti EVS:

 

1981

1990

1999

Persone religiose praticanti (cattoliche e non)

35%

37%

40%

Atei

10%

9%

6%

 

 

 

Rapporto CREDENZA/PRATICA (EVS 1999):

 

Si dichiarano credenti

Þ

88%

Persone religiose praticanti (cattoliche e non)

Þ

40%

 

 

[Uno "zoom" sull’Italia]

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Intorno al 40% degli italiani:

"credere senza appartenere"

(believing without belonging)

Þ Si tratta della più grande "religione" degli italiani, naturalmente al suo interno non omogenea. I sondaggi rivelano una gamma di posizioni diverse: "credo, a modo mio" Þ presenza di una secolarizzazione qualitativa, non quantitativa ("ritorno del sacro", "reincanto del mondo") Þ di religione ce n’é molta, ma essa si marginalizza e si riduce a fatto privato e quindi determina in maniera sempre minore le grandi scelte culturali, morali e politiche.

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"disistituzionalizzazione" della religione,

tipica del sacro post-moderno

 

Þ Il dato riscontrabile in Italia è confermato, in generale, dall’analisi della situazione Europea.

Solz’enicyn: "mondo in frantumi", frutto delle 4 Rivoluzioni:

(I) Umanesimo e Riforma, (II) Illuminismo, (III) Ideologie, (IV) segue la caduta delle Ideologie - Muro di Berlino, 1989)

 

 

 

 

 

 

ALCUNE RILIEVI particolari:

 

Problema del rispetto della libertà religiosa in alcuni Paesi: Rapporto ACS (Francia, Belgio, Russia...).

 

Novità sostanziale del pluralismo religioso e dei fenomeni della nuova religiosità nei Paesi dell’Est, soprattutto laddove l’esperienza democratica di governo e la possibilità di esprimere liberamente la propria fede e convinzione religiosa si configurano come fenomeno sostanzialmente nuovo:

- accordi dei gruppi religiosi con gli Stati;

- diverso grado di sviluppo dei fenomeni rispetto ai Paesi del Centro Europa (es. in Polonia: New Age, non ancora Next Age).

 

Presenza in Europa di gruppi di revival pre-cristiano con caratteristiche etnico-folkloriche Þ recupero delle identità locali e territoriali.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A fronte della perdita dell’identità cristiana dell’Europa:

(2) Il problema delle origini culturali e religiose dell’Europa

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"Evidentemente sia il catechismo che l’ora di religione hanno fallito... ma il vero punto debole è la famiglia: i genitori non trasmettono più la fede ai figli. Al massimo fanno da tour operator, mandando i bambini in parrocchia. E in casa? Niente di niente" (M. Pollo).

"E i laici non si allietino troppo di questa fragilità del cattolicesimo almeno futuro. Senza certezze e coerenze religiose, i cittadini di domani saranno ancora meno rispettosi della legge civile. E potranno consegnarsi, deboli, ai potentati di turno, che imporranno loro un pensiero unico. Forse non sublime" (Mons. Alessandro Maggiolini, "Chi ha fede non abbia paura di apparire fuori moda", in Il Giornale, 7.05.2003).

(3) Nuove frontiere: l’Europa e il mondo islamico

La "questione islamica" riguarda l’Europa per differenti motivi di carattere sociale, culturale, politico, economico; in particolare:

Austria

2,2

Belgio

3,6

Bosnia ed Erzegovina

60

Francia

7,1

Ex-Jugoslavia

16,2

Russia

7,6

Svizzera

2,7

 

 

 

 

Nel quadro di perdita globale dei riferimenti culturali e religiosi dell’Europa a favore dell’attuale religione disistuzionalizzata ("credo, a modo mio"), la "questione islamica" e la necessità di riscoprire le radici comuni dei popoli europei appaiono come vere e proprie "sfide", che possono spronare al recupero dell’identità cristiana dell’Europa.

Fatto l’€ occorre ora fare gli Europei!

Lo strumento per costruire una vera coscienza europea e una vera Europa è la Nuova Evangelizzazione.