n. 101 — giugno 2025
Cari amici,
Alleanza Cattolica in Ferrara vi propone, con questo numero di IN HOC SIGNO, la trascrizione sunteggiata della meditazione che l’ing. Lucia Martinucci ha tenuto alla «Mattinata spirituale mariana» che si è svolta lo scorso 24 maggio nei locali della parrocchia di Santa Chiara a Ferrara. Il testo è tratto dalla registrazione audio — raggiungibile a questa pagina — e mantiene lo stile parlato.
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Maria, Madre della Chiesa e Vergine fedele
Meditazione di Lucia Martinucci alla «mattinata spirituale mariana» del 24 maggio 2025
È difficile amare, imitare e seguire ciò che non si conosce, dunque è necessario conoscere la Vergine santa, visto che Maria ci è proposta come modello da amare, imitare e seguire.
Sant’Ignazio nei suoi Esercizi Spirituali ci aiuta perché propone meditazioni e contemplazioni, cioè ci fa partire da un momento reale e ci aiuta a vederlo, sentirlo, toccarlo perché diventi più realmente parte della nostra vita.
Anche nel rosario è così. Attraverso Maria vediamo le tappe della salvezza: “Nel tal mistero si contempla…”. Sant’Ignazio dice di gustarlo, come si gusta un biscotto buono, perché diventi parte della nostra vita, quasi un nostro ricordo, qualcosa che facciamo totalmente nostro, non una conoscenza astratta e intellettuale.
Contempliamo Maria Madre della Fede in un momento particolare della storia della salvezza: il Sabato Santo.
C’è una antica liturgia — nata nel rito orientale e che dal 1987 viene celebrata a Roma a Santa Maria Maggiore e poi in altri luoghi e anche in case private proprio il Sabato Santo — detta “L’ora della Madre” che è l’ora di Maria perché in quel giorno Gesù non c’è.
Gesù è morto, l’unico mediatore tra Dio e gli uomini non c’è.
C’è buio su tutta la terra, c’è stato il grande terremoto; il diavolo sa di avere perso, si rende conto di essere stato sconfitto, ma gli uomini rimangono ancora nella loro libertà e Maria è la prima che, anche lei pienamente nella sua libertà, deve sostenere con la sua fede, in quel momento di buio totale, tutta la fede di tutti gli uomini e di tutta la storia.
È un momento cruciale della storia della salvezza: tutto è compiuto, la redenzione è completa, l’uomo è potenzialmente salvo, se vuole. Ma c’è sempre la sua libertà di aderire o meno.
Come fa l’uomo a rimanere fedele in quel momento tremendo di buio, in cui Dio non si fa sentire e bisogna andare avanti con la sola fede?
Anche per Maria è stata l’ora della prova. Maria è la Vergine fedele, che in quel momento tremendo tiene in piedi tutta la fede della Chiesa, perché la Chiesa è lei, in quel momento! Gli apostoli sono scappati, i discepoli dubbiosi, le donne sotto la Croce devastate dal dolore. Maria, pur straziata, deve prendere sulle sue spalle tutto il peso della fede di tutti, e tutti noi siamo partoriti nella fede da Maria in quel momento di buio, perché la fede viene messa alla prova proprio nei momenti difficili.
Finché tutto va bene, c’è il sole ed è una bella giornata è facile andare serenamente a fare due passi, ma quando il sole non c’è, la nebbia è fitta e non si vede a un palmo, per dire che la vita è bella occorre avere la fede.
Occorre credere oltre alla banale evidenza, perché sai che la vita non finisce tutta qui, perché sai che quello che vedi, pur essendo evidente e vero, non spiega completamente quel che stai vivendo, perché il senso ultimo è nella vita eterna.
La fede di Maria, in suo figlio Gesù Dio incarnato, nel Padre e nello Spirito Santo, in quel momento è messa alla prova in modo tremendo, e il diavolo soffia, sibila, scompiglia il più possibile, perché è ancora libero di agire e di tentare, e anche Maria in quell’ora è terribilmente tentata, ma proprio lì, nel momento più difficile, contemplando e vedendo lei, che ha resistito per tutti noi, possiamo imparare da lei proprio perché i momenti bui ci sono nella vita di tutti.
Ognuno di noi non sa quanto vale e ha bisogno, misteriosamente, che Dio lo metta alla prova. E lo fa, non certo perché non sappia quanto valiamo visto che è onnisciente onnipresente e onnipotente, ma ciascuno di noi non si conosce pienamente, non sa fin dove arriva, ed è nella prova che può conoscersi meglio.
Molto spesso le tentazioni e persino le cadute possono darci l’opportunità di farci crescere nell’umiltà mostrandoci la nostra presunzione. È nella prova che Dio ci svela a noi stessi. Se resistiamo diamo “spettacolo al mondo” come dice la Scrittura, e non solo a noi stessi.
Noi non sappiamo quanto valiamo, se riusciamo a resistere nella fede nel momento della prova; il diavolo stesso non sa fino a che punto può arrivare la nostra fede e la nostra fedeltà a Dio. Lui ci prova! Lui fa il suo mestiere, perché pur essendo sconfitto nella guerra finale, ha queste piccole battaglie che però rappresentano la vita e l’eternità di ciascuno di noi quindi per noi contano al massimo grado.
Maria, Madre della fede, ci partorisce alla fede e partorisce alla fede tutta la Chiesa perché lei è la comunità dei credenti in quel momento. Lei è l’unica che non dispera mai; sempre spera, sempre rimane fedele perché sempre confida in Dio, in Gesù suo figlio, e nello Spirito Santo.
Maria è sposa dello Spirito Santo, talmente intima con lui da riconoscerlo immediatamente e pienamente alla Pentecoste, il momento in cui la Chiesa si riunisce, si ricompatta attorno a Lei nel ricevere lo Spirito. Quel momento è una novità per tutti tranne che per Lei, che lo conosce da sempre nella sua pienezza di grazia e in modo compiuto nell’essere sua sposa dall’Incarnazione.
Eppure, anche lo Spirito Santo non c’è nel sabato di silenzio di Dio, non è sensibile, non si mostra, è come se non ci fosse, e Maria deve avere fede nel suo sposo anche se in quel momento non lo vede. È la stessa fedeltà che si promettono gli sposi, fedeltà nella buona e nella cattiva sorte: è quando c’è la difficoltà che si vede se c’è veramente l’amore.
In tutte le nostre prove, in tutti i nostri momenti difficili, in cui dobbiamo più che in ogni altro momento decidere e dimostrare a noi stessi da che parte stiamo. È in quei momenti che possiamo giocare la nostra vera libertà per dire a Dio se lo amiamo o no, se siamo suoi, se siamo sposi fedeli nello stato di vita in cui si manifesta la nostra vocazione.
Maria è il nostro modello, perché è stata fedele nella prova massima.
Possiamo vedere Maria, possiamo chiudere gli occhi e osservarla, lei che è il fulcro e la roccia su cui tutti si appoggiano: sono tornati dal sepolcro, che è chiuso, probabilmente sono tornati nel cenacolo e Maria passa quaranta ore — le famose Quarantore! — il tempo tra la morte e la risurrezione di Gesù: le circa nove ore del venerdì, dalle tre del pomeriggio a mezzanotte, le ventiquattro ore del sabato e le circa sette ore della domenica mattina.
Quaranta ore! Sono lunghe! Non sono pochi minuti!
Noi pensiamo: ha avuto un momento di difficoltà… ma è passato. Non proprio.
Quaranta ore. Un tempo sì abbreviato dalla stessa preghiera di Maria, come dicono le profezie, perché quaranta ore non sono tre giorni e tre notti interi, c’è una bella differenza, perché se qualcuno è in angoscia e in affanno ed è tentato dalla disperazione, ogni secondo in meno è prezioso, e Maria con la sua fedeltà accorcia per tutto il mondo il tempo in cui rimane senza Gesù.
Ma quaranta ore sono comunque un tempo molto lungo, e Maria le passa, minuto per minuto — e sono duemilaquattrocento minuti — uno alla volta, con gli apostoli che sono scappati e lei, Madre della Chiesa, che si preoccupa di dove sono e forse ha chiesto a Giovanni che è rimasto con lei di andare a cercarli; le donne, Maria di Magdala e l’altra Maria, forse stavano preparando gli unguenti e le altre cose per andare al sepolcro la mattina dopo, distrutte dal pianto e sull’orlo della disperazione.
Dopo la Resurrezione, i discepoli di Emmaus dicono “speravamo che lui fosse…”. Anche le pie donne avranno pensato così e questa era la situazione in cui si trovava Maria, situazione che tenta di far vacillare la sua fede. Ma la sua fede non vacilla mai, ma non perché è l’Immacolata Concezione: no. È perché ha scelto, liberamente, ogni istante della sua vita, di aderire a Dio.
Il primo istante dell’Immacolata Concezione di Maria è grazia: nemmeno Maria, in una logica umana inserita nel tempo, ha fatto niente per meritarla. Ma poi, averla mantenuta sempre nell’assoluta purezza, quello è merito, quella è scelta. Quello ci dice che nessun pensiero di peccato ha mai sfiorato ed è stato mai accolto nella libera scelta di Maria. Quello è il merito e quella è la sua gloria. Anche Eva era immacolata eppure ha peccato e per lei è entrato il peccato nella natura umana, ma in Maria — il “contrario” di Eva perché ha sempre scelto Dio, sempre donata a Dio, sempre fiduciosa in Dio — c’è la roccia, il modello della nostra fede.
Come fa Maria ad avere questa fede così forte? Una fede così, e vale anche per noi, non emerge nel momento della prova se non c’è prima, se non c’è un’abitudine che rende meno difficile resistere nella fede anche nei momenti di buio, nei momenti di difficoltà che comunque ci sono nella vita.
Maria ha espresso una fedeltà costante perché ha lo sguardo di Dio, ha voluto vivere continuamente la volontà di Dio sempre con fiducia, con abbandono, con speranza, e questo ha fatto sì che in quel lungo momento tremendo lei fosse pronta anche a quella terribile prova, pronta a sostenere l’assalto ultimo del diavolo ed è lì che lei ha schiacciato ancora una volta con forza la testa del serpente con il suo piede.
Nonostante l’evidenza della morte, annunciata dalle Scritture e quindi conosciuta, avendo la sapienza dello Spirito Santo per interpretarle, poteva davvero credere anche nella risurrezione. Non “sapere” dunque, ma credere.
Maria dunque sa, ma non abbastanza da non dover mettere in campo anche la fede. Questo vale anche per noi: sappiamo e conosciamo molto, ma non abbastanza, ma la bontà del Signore ci dà delle luci spirituali che ci aiutano anche a gustare le verità di fede, perfino in modo fisico, e quindi abbiamo più facilmente (o meno difficilmente) la possibilità di credere con più slancio e più intensità.
In questi momenti di unione Dio, quando si mostra e si fa sentire in modo sensibile, si imprime nella nostra anima e nel nostro spirito. Allora per noi è molto bene ricordare quei momenti dove abbiamo sperimentato quasi sensibilmente la sua presenza: questo ricordo ci aiuti quando “il sole non c’è”. Ricordarsi di quando il sole c’era e com’è stata bella quella giornata aiuta a superare un momento buio.
Chiediamo a Maria, in qualche minuto di silenzio, di accoglierci nel cenacolo con lei. Guardiamola. La vediamo nella sua tremenda devastazione di dolore — non disperazione, mi raccomando! — come Madre ma anche come la persona sulla terra più consapevole di quello che era successo: il deicidio ad opera del suo popolo. Lei che per essere immacolata e più perfetta dal punto di vista umano essendo la sua natura umana incorrotta, è più sensibile, per cui soffre di più.
Non dobbiamo pensare a Maria come persona che essendo sempre unita a Dio potesse vivere serenamente ogni situazione. Anche in lei c’è la lotta tremenda con il diavolo che le soffia addosso ogni tentazione possibile contro la fede.
Possiamo pensare Maria, senza farle nessun torto, anzi a sua gloria, con gli occhi arrossati di pianto. Avrà pianto a singhiozzare pur nella compostezza della sua regalità e noi nasciamo, la nostra fede nasce e si aggrappa a quelle lacrime tutte le volte che le chiediamo di essere di aiuto alla nostra fede.
In quel momento Maria avrebbe potuto disperarsi; le cose avrebbero potuto andare diversamente. Lei era veramente libera, ha messo veramente in gioco la sua libertà, così come all’Annunciazione avrebbe potuto dire di no all’Angelo, e invece liberamente ha corrisposto al piano di Dio, così — come in qualsiasi altro momento della sua vita ma specialmente in quel momento dell’assalto finale — avrebbe potuto cedere. E invece è stata la Donna forte, è stata la Madre della fede e ha cambiato la storia con la sua libertà di fidarsi di Dio, di guardare il mondo non con gli occhi degli uomini che le proponevano una realtà di sconfitta totale ma di avere lo sguardo di Dio.
Le chiediamo, contemplando questo dolore tremendo, di essere Madre della nostra fede, di assisterci sempre, di donare anche a noi lo sguardo di Dio sulle cose perché possiamo vedere al di là di quelle che sono tutte le difficoltà che abbiamo, che avremo e che ci sono nella nostra vita, nella nostra storia, nella nostra società, persino le difficoltà della Chiesa.
Sappiamo che non dobbiamo contare sugli uomini, ma solo su Dio, dobbiamo appoggiarci a Lui, e allora possiamo chiedere davvero a Maria questa intercessione: che ci dia lo sguardo di Dio, perché possiamo ragionare in termini di eternità e non di piccolezze, senza presumere mai — questo è un dono grande da chiedere! — della nostra fede; senza dire mai “non ho mai dubitato” o “non ho mai pensato che Dio non esistesse”. Senza presumere mai! Ringraziamo il Signore se non siamo stati mai tentati su qualche verità di fede e chiediamo alla Vergine Santa che ci aiuti sempre a prendere davvero esempio da Lei e che interceda per rendere salda la nostra fede.
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Ad maiorem Dei gloriam et socialem
Alleanza Cattolica in Ferrara