Lezione extracurricolare della serie «Letti per voi» tenuta il 25 ottobre 2012
Ruling class ossia "classe dominante". Così, dice Angelo M. Codevilla, è definito oggi negli U.S.A. l’insieme di élite – politiche, imprenditoriali, finanziarie, sindacali, giornalistiche ed accademiche – ma anche di cortigiani, che presenta caratteristiche tali per cui la maggioranza della nazione, in opposizione ad essa, è andata a costituire quello che Codevilla chiama la country class, la classe dell’America più profonda e più vera. Va detto che Angelo M. Codevilla è di origine italiana, essendo nato a Voghera nel ’43. Emigrato a tredici anni negli Stati Uniti, laureato in filosofia, ha fatto parte del Corpo Diplomatico, ricevendo importanti incarichi dal Senato e dal presidente Reagan. Ha insegnato alle Università di Georgetown, Stanford, Boston. Ha scritto una dozzina di libri, tra cui, importante, The Character of Nations, oltre, ovviamente, a The ruling class, il volume oggetto del nostro esame, edito da Grantorino libri nel 2011. Quali dunque le caratteristiche della classe dominante? Da Boston a San Diego essa si è formata attraverso un sistema scolastico che ha imposto ai suoi membri le stesse idee e ha impartito loro una guida uniforme, così come uniformi risultano i loro gusti e le loro abitudini. La ricchezza, per appartenere alla classe dominante, conta fino a un certo punto. Spesso i membri di tale classe non sono più ricchi di certi petrolieri texani o agricoltori californiani. Se qualcuno pensasse ad una selezione in base a meritocrazia accademica, si sbaglierebbe. Le scuole più prestigiose selezionano i candidati in base alla loro compatibilità con il modello accademico, non al loro valore. L’"inflazione di voti" contraddistingue l’università degli Stati Uniti. A Stanford, dove il voto più comune è A, il massimo, uno studente si è lamentato sul giornale dell’università perché il contenuto delle lezioni che frequentava andava a detrimento del motivo che lo aveva indotto a scegliere l’università, ossia a imparare a guidare il paese. Anche la carica o la posizione professionale non garantiscono un posto nella classe dominante. Come una fraternity universitaria, questa classe esige innanzitutto solidarietà e uniformità di costumi: intrattenere rapporti con le persone giuste, esibire i "segni di appartenenza" alla parte giusta e unirsi al generale disprezzo per gli "esterni". La maggior parte della classe dominante vota Democratico, ma suoi esponenti vanno a costituire un terzo del Partito Repubblicano. Anche con queste differenze quantitative tale classe è dunque bipartisan. Il suo primo articolo di fede è: "Noi siamo i migliori e i più intelligenti, mentre il resto degli americani sono retrogradi, razzisti e nocivi, a meno che non vengano opportunamente controllati". Per poterli controllare si pratica negli U.S.A. il cosiddetto gerrymandering, consistente nel tracciare ad arte i confini dei collegi elettorali, così da avere "seggi sicuri" per questo o quel partito, con la sicurezza che i rappresentanti eletti seguiranno la linea del partito stesso, ovvero dei suoi leader. Arroganza intellettuale, dunque, e trucchi elettorali. Altro punto importante: l’espansione del settore pubblico. Esiste negli Stati Uniti la Business Round Table, la Tavola Rotonda di grandi imprese che hanno stretti legami col governo. Essa raccoglie gli amministratori delegati delle maggiori aziende con quasi sei miliardi di dollari di entrate annuali e più di tredici milioni di dipendenti. Si comprende assai agevolmente come, attraverso i favori del potere politico, la classe dominante riesca ad arruolare i propri cortigiani. Altro punto: il desiderio della classe dominante di riformare la vita familiare. Essa ritiene che la famiglia cristiana – e quella ebraica ortodossa - "sia radicata e permanga in quel genere di ignoranza comunemente detta religione, in pregiudizi sociali che acuiscono le divisioni e in ruoli repressivi per i due sessi. La famiglia, in quanto bada al proprio interesse particolare, costituirebbe dunque la principale barriera al progresso umano." I governi di ogni livello, insieme con il mondo accademico e i media, hanno allora condotto un’accanita guerra contro il matrimonio. Così non si parla più di "famiglia", ma di "famiglie", nel senso di nuclei familiari basati su legami diversi dal matrimonio. C’è chi, come Hillary Clinton ha auspicato un rapporto diretto tra Stato e bambini, abolendo di fatto la presunzione di potestà dei genitori. Coloro che gestiscono oggi le scuole americane "possono effettuare test di gravidanza e inviare una ragazza in una clinica per aborti del tutto all’insaputa dei suoi genitori." Dice Codevilla: "Il rifiuto della sostanza intellettuale, spirituale e morale del popolo americano è il cuore pulsante della classe dominante." Mentre gli "oscurantisti" credono che l’uomo sia stato creato ad immagine e somiglianza di Dio e che tutti noi siamo soggetti alle leggi Sue e della natura che Egli ha creato, gli "illuminati" sanno che siamo il prodotto di un’evoluzione animata dal caso, dall’ambiente e dalla volontà di potere. Mentre i primi rimangono attaccati all’antiquata idea che il normale intelletto umano può raggiungere giudizi obiettivi sul bene e sul male, i secondi sono convinti che tutti i giudizi di tal fatta sono soggettivi e che non è possibile lasciare al popolo comune il libero uso della propria ragione. Poiché le persone comuni non distinguono la ragione da ideologia, religione o interesse, la scienza è "scienza" solo se posta nelle mani giuste. E’ evidente di quali mani si tratti. Se vi è una questione in merito alla quale la classe dominante è unita e risoluta come non mai, è proprio il suo diritto di promuovere sentenze definitive e "scientifiche" su qualsiasi materia. Per quanto i suoi esponenti non riescano ad impedire agli americani di adorare Dio, possono far sì che questa fede sia considerata socialmente disastrosa al pari del vizio di fumare, una cosa da fare furtivamente e con la consapevolezza di commettere un atto socialmente riprovevole. Se quello che è stato descritto è il modo di essere e di agire della classe dominante, vediamo ora di capire che cosa è la country class. Si tratta di un insieme estremamente variegato di persone che tuttavia si caratterizzano "per una reazione istintiva nei confronti delle idee e delle propensioni della classe dominante: tasse sempre più alte e un settore pubblico in continua espansione, sussidi a chi gode dei favori della politica, ingegneria sociale, approvazione dell’aborto e via dicendo". Sotto il profilo sociologico, la country class è l’altra faccia della medaglia: le sue principali caratteristiche distintive sono il matrimonio, i figli e la pratica religiosa. Politicamente essa potrebbe essere definita sulla base dell’assenza di legami con i poteri pubblici. Codevilla, per darne un’ulteriore idea richiama due termini usati da Max Weber: Gemeinschaft (la rete di relazioni naturali e volontarie come famiglie, amicizie e vicinanza) e Gesellschaft (i rapporti professionali e commerciali), insomma la società civile. E infatti la country class ritiene che il modo di vivere degli individui rappresenti l’esito di innumerevoli scelte private, anziché il prodotto di qualsiasi piano imposto dall’alto. Una sentenza della Corte Suprema del 2005 è il polo opposto del credo della country class. Essa ha consentito alle autorità di espropriare la proprietà di un soggetto privato per rivenderla ad un secondo soggetto, disponibile a svolgere attività in grado di garantire un maggiore gettito fiscale o che il governo ritiene degne di maggiore considerazione. Conclude Codevilla: "Questa sentenza ha ricordato alla country class che il governo non è amico di chi non ha amici". Il tradizionale imprenditore americano, poi, è nettamente contrario a far parte della già ricordata Business Round Table, non vuole sfruttare la "mangiatoia pubblica", ritenendo ciò un atteggiamento disonesto. La country class comprende dunque chi prende le parti degli outsider anziché degli insider, di chi preferisce le piccole istituzioni piuttosto che le grandi, di chi privilegia il governo locale a svantaggio del governo di stato o federale. A proposito di istruzione strappata dalle mani dei genitori da parte della classe dominante, è sorto il movimento della homeschooling. Si tratta dell’istruzione domestica presa in carico dai genitori stessi, grazie ad una specie di consorzio tra famiglie, visto che non tutti possono sapere tutto. Se nel 1999 vi era solo l’1% di studenti che fruiva di questo tipo di istruzione, nel 2010 aveva superato il 3% e continua ancor oggi ad aumentare. Un altro 4% ricorre a sole lezioni private, un 7% a scuole religiose e un numero consistente di studenti chiede di poter avere accesso alle Charter schools, vale a dire scuole primarie e secondarie finanziate da fondi pubblici, ma dotate di ampia autonomia dal sistema scolastico locale e impegnate a garantire determinati risultati scolastici. Come la country class può reagire nei confronti della classe dominante? La country class non ha un programma univoco, a differenza della classe dominante, per cui si formano associazioni, per così dire, a tema: organizzazioni per la lotta all’eccessiva tassazione, associazioni pro life, gruppi per la difesa della famiglia, gruppi per la difesa della libertà di manifestazione religiosa. A questo proposito occorre ricordare che con una sentenza del 1985 la Corte Suprema ha vietato i presepi nelle scuole pubbliche e in qualsiasi spazio pubblico. Amministrazioni di varie città permettono gli alberi di Natale solo se si chiamano "alberi delle festività". Dice ancora Codevilla: "I molteplici tentativi della classe dominante di screditare il culto religioso e di estromettere ogni segno di Dio dalla vita pubblica hanno convinto molti, nella grande maggioranza americani che credono e pregano Dio, che l’attuale regime è ostile alle cose più importanti della loro vita. Ogni dicembre viene loro ricordato che la classe dominante ritiene offensivo il nome stesso del Natale. Ogni qualvolta essi cercano di manifestare in pubblico la propria identità religiosa vengono sommersi dall’accusa di essere ’talebani americani’ e di volere istituire una teocrazia, Se un membro della country class obietta su qualcosa che la classe dominante ha detto o fatto, il più delle volte la sua obiezione verrà etichettata come ‘religiosa’, vale a dire qualcosa di irrazionale che non può essere legittimato. Un laicismo aggressivo e intollerante rappresenta la base morale e intellettuale della pretesa di potere della classe dominante". Sembrerebbe la descrizione di ciò che avviene ormai da tempo nella vecchia e sempre più marcescente Europa e invece si tratta degli Stati Uniti d’America, "the land of the free and the home of the brave" che assomiglia invece sempre più ad un vero e proprio "regime". Nel 2009, l’anno dopo la grande crisi che aveva visto crollare numerose società di investimento travolte dai debiti e dopo i "salvataggi " a suon di miliardi da parte del governo federale, con conseguente aggravio di tasse, sono nati i "Tea party". Il termine Tea in realtà rappresenta un acronimo: Taxed Enough Already ("già abbastanza tassati"). Tuttavia, come riferisce Alberto Mingardi nella postfazione al testo di Codevilla, fu il giornalista Rick Santelli, su CNBC, a farsi scappare l’esclamazione:"Qui ci vorrebbe un altro Boston Tea Party!", alludendo alla rivolta del tè da cui partì la Rivoluzione americana. Santelli aveva così battezzato più o meno involontariamente un intero movimento politico, esprimendo sinteticamente l’opinione di milioni di persone. Codevilla ritiene che la country class, nonostante tutti i suoi movimenti, le sue iniziative e i suoi gruppi, spesso però non coordinati fra loro,non possa, nel breve periodo, che affidarsi politicamente ai Repubblicani che, anche se in parte contigui o addirittura appartenenti alla classe dominante, nel complesso sono comunque più vicini al mondo della country class. Tuttavia, nel lungo periodo, dovrà nascere necessariamente un soggetto politico nuovo – la domanda creerà l’offerta – che potrà mettere in crisi le certezze e almeno limitare la prassi della classe dominante.