L’essenza della massoneria: il naturalismo

Primo intervento al seminario della Scuola di Educazione Civile di Alleanza Cattolica in Ferrara tenuto a Casa Bovelli il 18 marzo 2017, dal titolo «1717-2017: a 300 anni dalla fondazione della massoneria moderna»

 

prof. Leonardo Gallotta

 

Il titolo del nostro seminario fa riferimento ai 300 anni dalla fondazione della massoneria moderna che ha in effetti una data di nascita, il 24 giugno del 1717. Ora questa massoneria, detta anche speculativa, deriva da quella che fu una vera e propria corporazione muratoria che ebbe il suo periodo di massimo splendore nel Medio Evo. Furono infatti i liberi muratori, franc-maçons in francese, free masons in inglese a costruire quei mirabili monumenti sacri costituiti dalle cattedrali. Monumenti, le cattedrali, che potremmo definire unitari, perché in esse confluivano architettura, scultura, pittura che comportavano necessariamente conoscenze matematiche, astronomiche ed astrologiche, religiose e simboliche.

Storicamente, almeno in Italia, abbiamo notizia dei “Maestri Comacini” che erano costruttori, muratori, carpentieri, scultori raggruppati in una corporazione di imprese edili itineranti composte da professionisti specializzati. Sono citati per la prima volta  nell’editto di Rotari del 643, mentre  settant’anni dopo l’editto di Liutprando tratta de mercedibus commacinorum, un vero e proprio tariffario tecnico. Operarono a Como – da cui il nome – nel Canton Ticino, in tutta la Lombardia e oltre. Della corporazione muratoria faceva sicuramente parte Niccolò, l’architetto e scultore della Cattedrale di Ferrara.

Nelle corporazioni muratorie si entrava da apprendisti e poi si diventava compagni, mentre il titolo di Maestro spettava al Capo della Loggia. Bisogna infatti dire che accanto ai cantieri sorgevano le “logge” dove i costruttori si riparavano dalle intemperie, insegnavano il mestiere ai giovani, discutevano di problemi lavorativi ed economici. Poiché l’apprendista, per contratto, andava a vivere a casa del maestro, dal maestro doveva ricevere anche l’istruzione religiosa e morale che veniva data prendendo a simbolo ed esempio le attività della costruzione.  Il massone, come sgrezzava la pietra, così doveva raffinare il proprio animo ed anche la propria cultura simbolico figurativa. Non per nulla il termine edificazione indica sia il costruire sia l’effetto del buon esempio morale.  Ebbene questa Massoneria fu detta “operativa” perché aveva scopi eminentemente pratici. Gli appartenenti a tale corporazione si spostavano continuamente in tutta Europa e poiché i tagliatori e gli scultori esperti erano molto richiesti, per evitare che nel mercato del lavoro si introducessero personaggi estranei alla corporazione (in inglese cowan) venivano messi a conoscenza di segni segreti di riconoscimento ed anche di parole segrete che li mettessero in grado di trovare lavoro in tutta la Cristianità. La loro libertà di spostamento nei diversi cantieri e il lavoro non dipendente, ma a contratto, produsse il termine di franc-maçon, frammassone o libero muratore, free mason in inglese.

Questa è la massoneria “operativa” e tuttavia nel ‘600   essa comincia ad “accettare”  anche personaggi che entrano nelle logge spinti da curiosità esoteriche e filosofiche dando così origine  al filone che nel ‘700 sarà detto “speculativo”.

I testi più antichi che parlano delle origini della Massoneria sono il manoscritto Halliwell (più conosciuto come Regius) e il Cooke risalenti al 1390-1410. Essi contengono diverse leggende sulle origini della muratoria che mettono insieme presunti segreti costruttivi degli antichi egizi, di Euclide, degli Ebrei, raggiungendo l’apice con la costruzione del Tempio di Salomone. Dopo la distruzione del Tempio, l’arte sarebbe passata ai cristiani, fra cui quattro martiri europei, costruttori di professione, i Santi Quattro Coronati (1) che si sarebbero rifiutati di scolpire una statua in porfido del  dio Esculapio e perciò messi a morte da Diocleziano. In Inghilterra l’arte muratoria sarebbe stata protetta da Sant’Albano e dopo diversi secoli sarebbe stata finalmente codificata dal re Athelstan.

Dai manoscritti Regius e Cooke derivarono numerose rielaborazioni e aggiunte con il tema dell’Arca di Noè e la leggenda di Hiram Abiff, l’architetto del Tempio di Salomone.  Tale leggenda  narrava dell’uccisione di Hiram da parte di tre traditori ai quali non volle rivelare la Parola, quella che apre ai segreti costruttivi. Poiché tale leggenda appare solo in manoscritti settecenteschi, si ricava che essa fu introdotta dagli speculativi tra gli operativi.

Quando i primi “accettati” sul finire del ‘500 si fanno ricevere nelle logge operative, i segreti esoterici non sono certamente numerosi, ma alla fine del ‘600 sì, perché il fenomeno dei massoni “accettati” fortemente attratti da magia ed esoterismo (si pensi all’interesse per i Rosacroce) è divenuto veramente cospicuo. La lenta trasformazione della massoneria da operativa in speculativa prepara dunque il terreno per la nascita della Massoneria moderna.

Il 24 giugno 1717 che è solstizio d’estate e festività di San Giovanni Battista, cui i massoni tributano un culto speciale in quanto annunciatori della Luce spirituale, quattro logge di Londra i cui nomi erano semplicemente quelli dei locali in cui si riunivano, vale a dire The Goose & Gridiron (L’Oca e la Griglia), The Crown (La Corona), The Apple Tree (Il Melo) e The Rummer and Grapes (Il Calice e l’Uva), si riunirono sotto la presidenza dell’architetto capo della Chiesa di Saint Paul, Christopher Wren e costituirono la Gran Loggia di Londra. La data di fondazione costituisce la presa d’atto di una nuova situazione in cui le logge sono ormai composte quasi esclusivamente da “accettati”, in maggioranza ormai veri e propri speculativi. Le logge londinesi affidarono al pastore presbiteriano James Anderson la redazione delle nuove Costituzioni, il testo fu rivisto da un comitato di massoni e pubblicato nel 1723.

Delle quattro parti di cui si compongono le costituzioni (storia leggendaria, doveri, regolamento per le logge, serie di canti per i tre gradi di apprendista, compagno e maestro), quella dei doveri è la più importante ed anche fonte di numerosi scismi, soprattutto il 1° e il 2° dovere. Il primo prevede che un massone “se comprende correttamente l’Arte non sarà mai un ateo stupido nè un libertino irreligioso”, ma dovrà seguire quella religione “su cui tutti gli uomini sono d’accordo”. Il secondo vieta alle logge qualunque attività politica diretta, lasciando libertà ai singoli non in qualità di massoni, ma di cittadini o di sudditi. Nella Massoneria “operativa” i gradi erano due, vale a dire apprendista e compagno, ma a partire dal 1724 fu adottato anche quello di maestro e i tre costituirono quella che è detta Massoneria Azzurra (2) con l’aggiunta successiva del grado dell’Arco Reale.

I cosiddetti “alti gradi” con riferimenti cavallereschi nascono in Francia con l’intento di propagandare la massoneria fra i nobili francesi dissipando l’impressione che si trattasse di una realtà nata fra semplici artigiani e muratori e sostituendo all’origine storica della muratorìa un’origine leggendaria cavalleresca. Alla Massoneria Azzurra, grazie al cavaliere scozzese André Michel de Ramsay (1686-1743) si aggiungono interi sistemi di alti gradi a simbologia cavalleresca e i cavalieri di cui Ramsay non aveva precisato l’identità, vengono identificati con i Templari entrati in Massoneria dopo la loro soppressione. Non si contano per tutto il ‘700 scismi e fondazioni di nuove obbedienze. E’ tuttavia nel 1801 a Charleston negli Stati Uniti che è fondata la versione più nota del sistema in 33 gradi detto Rito Scozzese Antico e Accettato, più tardi diffuso in tutto il mondo da Albert Pike, personaggio controverso, considerato da molti il papa della Massoneria e ferocemente anticattolico, comunque molto influente anche a livello internazionale, ideatore di un progetto detto Nuovo Ordine Mondiale.  Pare che abbia fatto parte o addirittura organizzato un gruppo luciferiano paramassonico (3).

Prima di arrivare al naturalismo come essenza della Massoneria, occorre dire qualcosa sul Grande Architetto dell’Universo.  Se sul tema andassimo a leggere tutte le cose dette da Massoni nelle loro pubblicazioni ci troveremmo di fronte ad una ridda di definizioni divergenti. Che la Massoneria sia una religione in senso stretto non lo dice nessun massone di nessuna obbedienza, dovendosi invece correttamente parlare di società iniziatica. In loggia non si può parlare di religione, anche se ogni massone può praticare la religione che vuole, ma è affar suo. Però viene detto nella Rivista L’Acacia massonica : “Nel campo religioso ognuno che professi una religione dogmaticamente definita non può fare a meno di non sentire l’inibizione di entrare in comunione spirituale con chi esercita la propria libertà di pensiero e di coscienza nella libera ricerca del Vero senza apriorismi, senza fabulazioni mitologiche, ma con la sola guida del buon senso, della ragione, delle scoperte delle scienze naturali”.

Veniamo al G.A.D.U.  Nella prefazione agli Statuti Generali del 1820 era detto: “La Massoneria ha per principio l’esistenza di un Dio che adora e rispetta sotto il convenuto titolo di G.A.D.U.” Però nel Conventus massonico di Losanna del 1875, che riuniva diversi Supremi Consigli del Rito Scozzese Antico e Accettato, fu approvato un punto in cui si diceva che la Massoneria riconosceva l’esistenza di “una Forza superiore della quale essa proclama l’esistenza sotto il nome di G.A.D.U.” , ma subito dopo vi fu una correzione e si parlò di “principio creatore” e subito dopo ancora fu formulato quest’altro principio: “La Massoneria non impone alcuna limitazione alla libera ricerca della Verità ed è per garantire a chiunque tale libertà ch’essa esige da tutti la tolleranza”. Mi pare di poter dire che cominciò da allora ad affacciarsi la tendenza a non favorire una identificazione del G.A.D.U. con il Dio cristiano, tant’è che nel settembre del 1877 il Grande Oriente di Francia cancellò il G.A.D.U. dai suoi Statuti. Ma tutte le obbedienze che accettano e riconoscono il G.A.D.U. pensano che esso sia un principio che viene affermato, ma non interpretato e questo è deismo. Disse infatti il Gran Maestro Ernesto Nathan: “La Massoneria non determina privilegiati interpreti fra Dio e l’uomo, ma educa quest’ultimo alla coscienza del progresso individuale e collettivo, per avvicinare l’anima sua a quella che racchiude in sé l’universo”. Insomma, se il principio viene solo affermato e non ci sono intermediari, l’uomo è lasciato a se stesso e alla sua coscienza per la determinazione delle regole morali. Il Grande Architetto non è dunque un Dio personale, ma, come si dice nella Rivista massonica Conoscenza, “una Legge che regola, nell’equilibrio più perfetto, l’Universo”. Insomma, dice padre Giantulli, la formula del G.A.D.U. adottata dalla Massoneria non è altro che una locuzione a doppio fondo che, come dice la Rivista della Massoneria, può “acconciarsi a tutti i gusti, ancora a quelli di un ateo”.

Se dunque il G.A.D.U.  è un semplice principio affermato da cui non deriva alcuna regola di comportamento, il punto centrale della visione massonica del mondo è la Ragione ed essa diviene quasi oggetto di vero culto. D’altronde se volessimo caratterizzare filosoficamente il Settecento, non potremmo che citare l’Illuminismo che così si denomina perché si fonda sui “lumi” della Ragione che deve spazzare via ogni forma di superstizione, vale a dire il Cristianesimo e soprattutto il Cattolicesimo, così da non tornare mai più al periodo dei “secoli bui”. Si pensi che quasi tutti gli enciclopedisti, Diderot e D’Alembert in primis, erano massoni e che l’Encyclopedie maggiormente si diffuse nelle località dove erano presenti le più solide logge massoniche.  E’ chiaro che non si sarebbe prodotto l’Illuminismo se dietro a questa filosofia non ci fossero stati dei massoni.  Così la Ragione diventa l’assoluta dominatrice della conoscenza., l’unico tramite tra l’uomo e la realtà: la Ragione è divinizzata. Dalle idee ai fatti ed eccoci alla Rivoluzione francese che produce una delle maggiori persecuzioni alla Chiesa, al clero, ai religiosi e alle religiose, imponendo il giuramento di fedeltà alla Repubblica ai preti che si divideranno tra giurati e refrattari, con le conseguenze che si possono immaginare per questi ultimi e cercando anche di sostituire riti e calendario cristiani per far dimenticare al popolo ogni traccia di religione, ma provocando tuttavia in alcune regioni di Francia reazioni armate che, sia pure represse dai repubblicani, sono ancor oggi ricordate con timore dai rivoluzionari di ogni specie. Intendo la Vandea soprattutto, ma anche la Bretagna  degli Chouans.

Andiamo oltre. Nell’Ottocento, col Positivismo, la Scienza, come dea, prenderà il posto della Ragione e, soprattutto nei paesi latini, non si trovò massone che non professasse fede nella Scienza. La ragione che indaga, tramite la scienza, la natura, porta ad una visisone del mondo in cui tutto è subordinato all’uomo e alle sue capacità naturali.

Se la Chiesa ci ricorda che la colpa originale produce una natura decaduta che viene riscattata dal sacrificio della Croce consentendoci così di riconquistare il Paradiso perduto, i massoni invece insistono sul progresso infinito, sulla bontà naturale dell’uomo e su una finalità puramente terrena. Padre Caprile ci ha ricordato che se con Cristo Dio è umanizzato, al contrario la Massoneria divinizza l’uomo. Come è stato per la Ragione e per la Scienza, così è per la Natura: è divinizzata. Ed è Leone XIII nella più importante enciclica mai emessa sulla Massoneria, l’Humanum Genus, che ci ricorda il primo principio del Naturalismo massonico:  Natura e Ragione sono padrone sovrane. E il gesuita padre Berteloot ricorda: “divinizzando la natura si è logicamente portati a divinizzare tutte le inclinazioni della natura. Chi pretende di vivere secondo le virtù (come fanno i massoni) non vivendo che secondo natura, fa  molto presto a chiamare virtù quello che in fondo non è che vizio”. Comunque, e in conclusione, naturalismo significa visione orizzontale del mondo ed è cemento di una visione massonica dove non c’è spazio per il soprannaturale.

Il Gran Maestro Giordano Gamberini, ancora nel 1969, ebbe a dire: “La Massoneria ha un solo modo di vincere: (e ciò avverrà) quando il mondo profano accoglierà i suoi princìpi e questi diventeranno patrimonio definitivo e inalienabile dell’umanità”. Ora basta guardarsi attorno per constatare che la maggior parte dei nostri contemporanei occidentali ha abbracciato, in modo più o meno consapevole, una visione orizzontale del mondo e che soggettivismo, relativismo, edonismo, laicismo anticristiano, ateismo e materialismo la fanno veramente da padroni. Il fondatore di Alleanza Cattolica Giovanni Cantoni ebbe a dire qualche anno fa che era perfettamente inutile cercare di scoprire chi fosse veramente iniziato in loggia per fare poi liste più o meno credibili di massoni, anche perché si può tranquillamente affermare che oggi come oggi  ogni aula scolastica è una piccola loggia, dove tutti gli “ismi” sopra ricordati, tranne qualche lodevole eccezione, sono normalmente accettati e trasmessi.

Abbiamo detto poc’anzi che il naturalismo non lascia spazio al soprannaturale. Ma al  preternaturale forse sì. E il preternaturale è quell’ambito in cui possono infilarsi entità oscure. William Anceschi nella rivista massonica Lumen Vitae ha affermato: “Lo Scozzesismo rappresenta la sintesi felice di un processo di formazione nel quale confluirono Kabbalah, Ermetismo, Rosacrucianesimo, Mitraismo, Manicheismo, Gnosticismo”. Ma degli aspetti esoterici della Massoneria  ci parlerà l’articolista e saggista Padre Paolo Siano F.I. nella seconda parte del nostro seminario.

Note:

(1) A Orsanmichele in Firenze c’è il tabernacolo dell’arte dei Maestri di Pietra e di Legname che raffigura i Santi Quattro Coronati (Sinforiano, Claudio, Nicostrato e Castorio). A Roma c’è la Basilica dei Santi Quattro Coronati risalente all’XI – XII secolo., facente parte di un complesso monastico fortificato situato nel rione romano del Celio sull’omonimo colle. A Londra la Loggia di ricerca “Quattro Coronati” tiene la sua festa annuale proprio l’8 novembre, giorno liturgicamente stabilito dalla Chiesa per ricordare i quattro Santi.

(2) Si chiama azzurra per il colore dei nastri degli ornamenti dei primi tre gradi.

(3) A proposito di Lucifero, in un discorso del 1889 tenuto in Francia agli alti gradi della Massoneria, Albert Pike ebbe a dire: “Lucifero è Dio e sfortunatamente anche Adonai è Dio. Per la legge eterna, per cui non v’è luce senza ombra, bellezza senza bruttezza, bianco senza nero, l’assoluto può esistere solo come composto da due divinità, essendo l’oscurità necessaria alla luce per servirle da contrasto”.